Parodontologia a Foligno
Ritrova il tuo sorriso perfetto
I servizi del Dott. Stefano Mattia per la cura della parodontite
1) Diagnosi e Test PSR
Che cosa è la diagnosi parodontale?
La diagnosi è un dovere. Deve essere la più completa e accurata. In Parodontologia ci si avvale dei seguenti elementi fondamentali:
- esame ispettivo
- esame di screening (test PSR)
- esame parodontale completo
- esame radiografico
- analisi dei fattori di rischio
Esame Ispettivo
L’esame ispettivo consta di una visita durante la quale il Parodontologo esamina visivamente le mucose, le gengive e i denti.
Esame di Screening (PSR)
L’esame di screening (PSR: Periodontal Screening Recording) si avvale di una sonda millimetrata e stabilisce con un sondaggio dei solchi gengivali un punteggio. In pochi minuti, senza dolore ed alcuna invasività, è possibile inquadrare con certezza il paziente. Definire il suo stato di salute o malattia superficiale o profonda. In base all’esito del test di screening può rendersi necessario un approfondimento diagnostico.
Esame Paradontale Completo
L’esame parodontale completo si avvale di una sonda millimetrata. Consente di raccogliere i principali parametri parodontali. Gli indici biomedici sono:
- l’indice di placca;
- e l’indice di sanguinamento espressi entrambi in percentuale.
Gli indici biomedici rappresentano lo stato di salute sopra e sotto-gengivale, sono dati dalla profondità del sondaggio, dall’entità della recessione gengivale e dalla perdita di attacco clinico. A questi parametri si associa un’analisi millimetrica della gengiva aderente, l’eventuale sondaggio delle biforcazioni e il grado di mobilità.
Indice di placca: è il parametro basilare per comprendere se vi è un buon controllo di placca da parte del paziente. La placca ed i batteri presenti in essa sono la principale causa delle gengiviti e delle parodontiti. Passando una sonda lungo il perimetro di ogni dente si ottiene una percentuale di placca presente. Se è superiore al 20% il paziente non ha un buon controllo e va istruito e motivato.
Indice di sanguinamento: è il parametro basilare per comprendere lo stato infiammatorio del paziente. Il sanguinamento è condizione inequivocabile di infiammazione. Essendo la gengivite e la parodontite malattie infiammatorie, il calcolo di questo indice è fondamentale.
- Se l’indice di sanguinamento è inferiore al 10% il paziente è sano.
- Se ha un sanguinamento superiore al 10% ed inferiore al 30% ha una infiammazione localizzata.
- Se ha sanguinamento superiore al 30% ha un’infiammazione generalizzata.
Esame Radiografico
L’esame radiografico endorale in associazione all’esame parodontale consente di avere tutte le informazioni per formulare una diagnosi completa. L’importanza della diagnosi è determinante per stabilire gli obbiettivi e il piano di terapia da proporre.
Analisi dei Fattori di Rischio
L’analisi dell’insieme di fattori che concorrono a stimare quante possibilità ha quel paziente di sviluppare la malattia o di peggiorare laddove sia essa già comparsa. Compilare un profilo di rischio individuale significa stabilire in che fascia si trovi un soggetto. Il controllo dei fattori di rischio è la chiave di successo per il controllo della malattia parodontale.
2) Terapia Parodontale Laser Assistita
Scopri la terapia laser assistita, un approccio moderno per il trattamento della parodontite. Questa tecnica minimamente invasiva riduce il disagio e accelera i tempi di guarigione, offrendo una soluzione efficace e confortevole per la salute delle gengive.
Come viene utilizzato il Laser per il trattamento della Parodontite
L’ambito del trattamento della Parodontite è naturalmente solo uno dei molti utilizzi del laser, ad oggi utilissimo supporto in molteplici terapie odontoiatriche. Negli ultimi anni sta rivestendo sempre più un ruolo di utilità e qualità nei risultati delle terapie mediche.
Ad esempio può disinfettare le tasche parodontali e le infezioni orali.
Terapia parodontale non chirurgica laser assistita
Prima fase – la levigatura radicolare: Questa procedura richiede un’estrema attenzione nella cura del dettaglio sia visivo che tattile. Infatti per riuscire a rimuovere tutto il tartaro sottogengivale è di fondamentale supporto, per il massimo risultato, l’uso di occhiali ingranditori.
Per effettuare la levigatura radicolare vengono utilizzati strumenti meccanici come gli ultrasuoni e strumenti manuali come le courette.
Con gli ultrasuoni si disgrega il tartaro sottogengivale. Poi con le courette si procede nella rimozione del tartaro più concreto e si lisciano e regolarizzano le radici.
Seconda fase – decontaminazione Laser: La seconda fase del procedimento prevede l’uso del Laser per la disinfezione completa della tasca parodontale. La tasca parodontale è un ricettacolo, non solo di tartaro, ma in particolare del biofilm batterico che aderisce alle pareti della tasca ovvero alla gengiva interna e alla radice del dente.
L’irradiazione laser determina una completa eradicazione ed eliminazione dei batteri sottogengivali, permettendo insieme alla levigatura radicolare la guarigione gengivale e la riduzione dell’infiammazione.
Inoltre la luce Laser fornisce energia alle cellule gengivali e connettivali promuovendo la riparazione di questi tessuti e ha anche un effetto antalgico con riduzione del dolore post operatorio.
Nella pratica la fibra Laser viene inserita nella tasca parodontale e attivata con una movimento oscillatorio lungo il perimetro della tasca per un’irradiazione completa.
Il Laser per la cura della parodontite fa male?
Il Laser è una terapia non chirurgica e può essere effettuata anche senza l’anestesia. Naturalmente in situazioni di parodontiti molto severe con tasche parodontali profonde può succedere di dover fare l’anestesia per attenuare la sensibilità del paziente e poter lavorare in serenità.
Mentre la decontaminazione laser è praticamente indolore. Anche senza l’anestesia il paziente potrebbe avvertire semplicemente del calore nella zona trattata. Inoltre, come spiegato in precedenza, il laser ha un effetto antalgico, quindi riduce il dolore post-operatorio rispetto alla terapia tradizionale.
Nelle ore successive all’intervento il paziente potrebbe avvertire una sensazione di dolore alle gengive o difficoltà a masticare. Dal giorno successivo i dolori sono minimi e si possono riprendere le proprie attività normalmente senza particolari problemi.
Trattamento successivo all’applicazione laser per Parodontite
Ultimata la fase attiva della terapia parodontale non chirurgica, le gengive hanno un tempo di guarigione epiteliale e connettivale di circa 2 mesi.
Durante i 2 mesi, il paziente deve avere un’igiene orale domiciliare scrupolosa e attenersi esattamente alle indicazioni di igiene che vengono date dall’Igienista Dentale per permettere una corretta guarigione.
Alla scadenza dei 2 mesi, bisogna ripetere la valutazione parodontale. Consiste nel produrre una seconda cartella parodontale di controllo per comparare i parametri parodontali, prima e dopo la terapia non chirurgica.
In questa fase si decide se fare un mantenimento dei risultati ottenuti con sedute di igiene periodiche, ogni 3 mesi, se ripetere la terapia non chirurgica oppure se passare alle chirurgie parodontali.
3) Terapia Parodontale non Chirurgica
Per i casi di parodontite lieve, offriamo una terapia non chirurgica che si concentra sulla rimozione della placca e del tartaro attraverso tecniche di pulizia professionale avanzate. Questo approccio mira a ridurre l’infiammazione e a prevenire ulteriori danni, garantendo una salute orale ottimale.
Cos’è la terapia parodontale non chirurgica?
La terapia parodontale non chirurgica è la prima fase di terapia. Sapevi che, spesso, i problemi si risolvono già semplicemente con questa cura?
Come abbiamo anticipato, l’obiettivo della terapia parodontale non chirurgica è l’eliminazione dei fattori scatenanti (e quindi, di conseguenza, il controllo dei fattori di rischio) e il ripristino di uno stato di salute. Si deve risolvere lo stato infiammatorio riportando i valori principali in un “range” adeguato.
I due parametri principali sono:
- Indice di placca: è un valore percentuale che viene calcolato sulla rilevazione della placca visibile sulla superficie dei denti. Idealmente, l’indice di placca deve essere sotto al 20%. Questo valore rappresenta lo stato di controllo dell’infezione sopra-gengivale.
- Indice di sanguinamento: è un valore percentuale calcolato dopo un sondaggio parodontale. Questo parametro deve essere inferiore al 10% ed esprime il sanguinamento della gengiva una volta sondata.
In quali casi è consigliata la terapia parodontale non chirurgica?
Come detto poco fa, è il trattamento indicato nella fase iniziale della parodontite, anche nota come piorrea, ed è una cura suggerita quando si deve controllare l’infezione parodontale microbica, rimuovendo la placca e il tartaro dalle superfici dentali coinvolte a livello parodontale.
Quali sono i fattori di rischio della parodontite o piorrea?
La parodontite è una malattia cronica multifattoriale di origine batterica. Se, da un lato, i batteri hanno una funzione imprescindibile per lo sviluppo della patologia, dall’altro lato anche la suscettibilità individuale della persona e le sue abitudini hanno una forte incidenza sullo sviluppo della malattia stessa. Perciò, oltre alla placca batterica e al sanguinamento gengivale, ecco quali altri fattori di rischio possono incidere sulla salute parodontale e sullo sviluppo della malattia:
- Fattori comportamentali come il fumo di sigaretta, una igiene orale non corretta, un’alimentazione povera di frutta e verdura, la sedentarietà.
- Fattori sistemici come il diabete, lo stress o altre malattie che alterano la risposta infiammatoria.
Oltre a ciò, un importante indice parodontale è la cosiddetta tasca parodontale o gengivale: anche in questo caso, è necessario l’utilizzo della sonda parodontale, che viene inserita all’interno del solco stesso. Fino a una profondità di 3 mm si parla, più propriamente, di solco gengivale; dai 4 mm in poi si parla di tasca parodontale o gengivale.
Come tenere ben monitorati i fattori di rischio?
Il controllo dei fattori di rischio può essere raggiunto tramite queste pratiche fondamentali:
- Terapia comportamentale e sensibilizzazione sull’astensione dal fumo, l’adozione di uno stile di vita sano e sul controllo della placca tramite un corretto utilizzo dello spazzolino e del filo interdentale o scovolino.
- Controllo dell’indice della placca e del sanguinamento. Come abbiamo visto, si ottiene grazie a un lavoro sinergico ambulatoriale, durante il quale vengono rimossi placca e tartaro sopra e sottogengivali, e con il controllo costante della placca domiciliare.
Come si esegue la terapia parodontale non chirurgica?
Avviene in due fasi principali:
- Prima fase – Prevede la rimozione della placca e del tartaro (principali fattori di rischio) attraverso una o più sedute di strumentazione professionale. Allo stato attuale, utilizziamo strumenti manuali (le curette) e meccanici (sonici e ultrasonici). La scelta degli strumenti adeguati (sempre meno invasivi e rispettosi del dente) e l’esperienza dell’operatore sono elementi fondamentali.
- Seconda fase – Informazione dettagliata sul controllo della placca, che la persona deve realizzare a casa con un’igiene dentale domiciliare regolare e corretta. Anche in questo caso, i nuovi strumenti e la collaborazione tra professionista e paziente consentono di ottenere risultati ottimali.
4) Terapia Parodontale Chirurgica
In situazioni di parodontite avanzata, la terapia chirurgica è fondamentale per ripristinare la salute delle gengive. Utilizziamo tecniche all’avanguardia per rigenerare i tessuti e ridurre le tasche gengivali, garantendo risultati duraturi e una migliore stabilità dei denti.
In quali casi è consigliata la chirurgia parodontale?
È opportuno sottoporsi a chirurgia parodontale quando i tessuti di sostegno dei denti non sono sani e non possono guarire con la sola terapia non chirurgica. Inoltre, la chirurgia consente di ricostruire i tessuti di sostegno del dente distrutti a causa della malattia parodontale o piorrea.
La terapia di tipo chirurgico ha perciò l’obiettivo di ottenere un accesso diretto alle radici e ai difetti ossei. Ciò consente di rimuovere in modo più completo ed efficace i batteri presenti intorno ai denti.
Quali sono i fattori di rischio della parodontite o piorrea?
La parodontite è una malattia cronica multifattoriale di origine batterica. Se, da un lato, i batteri hanno una funzione imprescindibile per lo sviluppo della patologia, dall’altro lato anche la suscettibilità individuale della persona e le sue abitudini hanno una forte incidenza sullo sviluppo della malattia stessa.
Uno dei criteri fondamentali nel determinare la parodontite è il controllo dei fattori di rischio. Nello specifico, ci riferiamo a:
- Controllo della placca batterica. Nella placca sono contenuti i batteri. Idealmente, l’indice di placca deve essere sotto al 20%. L’indice di placca è quel dato fondamentale grazie al quale il parodontologo professionista raccoglie la placca visibile sulla superficie di ogni elemento dentale e ne ricava una percentuale. Questo valore rappresenta lo stato di controllo dell’infezione sopra-gengivale.
- Indice di sanguinamento gengivale: tramite una sonda millimetrata parodontale inserita all’interno del solco gengivale, si valuta se la gengiva sanguina o meno. Questo dato deve essere inferiore al 10% ed esprime il valore del controllo della salute sotto-gengivale.
- Profondità del solco gengivale: questo elemento è un indice importante di cui tenere conto. Anche in questo caso, è necessario l’intervento della sonda parodontale, che viene inserita all’interno del solco stesso. Fino a una profondità di 3 mm si parla di solco gengivale, mentre dai 4 mm in poi si parla di tasca parodontale o gengivale.
Inoltre, possiamo individuare altri elementi che incidono sullo sviluppo della malattia parodontale, e cioè:
- Fattori comportamentali come il fumo di sigaretta, una igiene orale non corretta, un’alimentazione povera di frutta e verdura, la sedentarietà.
- Fattori sistemici come il diabete, lo stress o altre malattie che alterano la risposta infiammatoria.
Come tenere sotto controllo i fattori di rischio?
Come avrai capito, l’obiettivo principale è il controllo dei fattori di rischio. Quest’obiettivo può essere raggiunto tramite:
- Terapia comportamentale e istruttiva sull’astensione dal fumo, l’adozione di stili di vita sani e sul controllo della placca attraverso un corretto utilizzo dello spazzolino e del filo interdentale o scovolino.
- Controllo della placca e del sanguinamento. Si ottiene con un lavoro sinergico ambulatoriale, dove vengono rimossi la placca e il tartaro sopra e sottogengivale, e con il controllo costante della placca domiciliare.
Tipi di chirurgia parodontale
Possiamo individuare tre tipi di chirurgia parodontale per il trattamento delle tasche parodontali:
Chirurgia parodontale conservativa: è la tecnica chirurgica attraverso la quale il parodontologo solleva la gengiva per eliminare il tessuto infiammatorio residuo.
Una volta compiuta questa azione, la gengiva viene chiusa attraverso un riposizionamento gengivale esattamente nel punto di partenza. Questa tecnica viene definita anche come “lembo per accesso”. Lo scopo di questa tecnica è riformare un attacco epiteliale lungo attraverso un processo riparativo.
Può essere eseguita sia nei settori frontali sia in quelli latero-posteriori nel trattamento prevalente di difetti ossei orizzontali.
Chirurgia ossea resettiva: questa tecnica prevede uno spostamento della gengiva (che viene in parte eliminata) e una riduzione dell’osso. In questo modo, la tasca viene rimossa completamente. L’effetto collaterale di questa pratica è che il dente risulta allungato. È perciò preferibile riservarla per difetti poco profondi o in quei casi in cui la componente estetica non è preminente (come ad esempio la risoluzione di tasche situate nella parte posteriore e quindi non visibili).
Un’operazione che rientra nell’ambito della chirurgia ossea resettiva è l’allungamento della corona clinica, da eseguire, per esempio, in presenza di carie sottogengivali. Dopo aver asportato la carie, è necessario far emergere una porzione di dente sano. A questo scopo, si effettua uno spostamento del tessuto con annessa eliminazione della gengiva eccedente e del tessuto osseo. L’obiettivo è consentire l’accesso e garantire un margine di chiusura ideale per la ricostruzione.
Chirurgia rigenerativa: è una tecnica chirurgica finalizzata all’eliminazione della tasca attraverso la rigenerazione dei tessuti parodontali. È riservata ai difetti profondi, in particolare ai difetti ossei verticali.
È possibile eseguire questa tecnica chirurgica quando la componente infraossea è superiore ai 3 mm.
Si possono utilizzare dei sostituti d’osso con metodiche mini-invasive che consentono di rigenerare i tessuti parodontali. Di fatto, vengono rigenerati sia l’osso sia il legamento parodontale e quindi l’attacco connettivale. Ciò consente al parodontologo l’eliminazione della tasca.
5) Chirurgia Plastica Parodontale
Oltre alla salute, l’estetica è una nostra priorità. La chirurgia plastica parodontale si occupa di correggere difetti gengivali, migliorando l’aspetto del tuo sorriso e proteggendo i denti esposti. Affidati alla nostra esperienza per un sorriso più armonioso e sicuro.
Di cosa si tratta?
Gengive ritirate? Denti più lunghi? Denti più sensibili? La gengiva è infiammata e dolente? Tutte queste comuni circostanze sono spesso legate ad alterazioni e spostamenti dei tessuti gengivali. Lo spostamento della gengiva è definito scientificamente “recessione gengivale”. Possono essere necessarie tecniche di chirurgia plastica parodontale, ma cerchiamo di capire meglio.
Le cause
Le principali cause della recessione gengivale sono legate ad un traumatismo meccanico:
- tecnica di igiene orale domiciliare non corretta (movimento sbagliato)
- strumento non adeguato (spazzolino non giusto alla situazione o che ha perso le sue caratteristiche)
- intensità non appropriata (una forza eccessiva mal direzionata ripetuta nel tempo)
Ulteriore fattore determinante lo spostamento gengivale può essere legato al concomitante spostamento dei tessuti parodontali profondi come avviene nella parodontite. La gengiva, infatti, “segue” l’andamento dell’osso sottostante.
Quali sono i rimedi?
È opportuno in prima istanza analizzare le caratteristiche individuali del paziente e fare una diagnosi. Questa si realizza in modo indolore e rapido attraverso un esame ispettivo con l’ausilio di una sonda millimetrata (sonda parodontale).
In presenza di una recessione gengivale è opportuno considerare tutti i fattori individuali dei pazienti (fattori di rischio predisponenti).
Il primo punto è verificare le cause e modificare le situazioni incongrue se necessario. È molto importante informare ed istruire il paziente nella gestione domiciliare delle tecniche di igiene. Una volta inquadrata la problematica è possibile procedere con le tecniche correttive.
Quali sono le principali tecniche correttive?
Il tessuto traumatizzato può guarire spontaneamente nelle fasi iniziali della retrazione gengivale. La probabilità che questo accada è tuttavia molto bassa. Nella maggior parte dei casi si deve procedere con tecniche di chirurgia.
Distinguiamo due principali tecniche chirurgiche:
- quelle che prevedono il solo spostamento gengivale: prevedono lo spostamento della gengiva presente. Un esempio è il lembo spostato coronalmente in cui il movimento della gengiva è finalizzato alla copertura della radice esposta.
- quelle che associano dislocamento e modifica dello spessore: associano al dislocamento un innesto di tessuto connettivo prelevato per lo più dal palato. Viene così aumentato lo spessore gengivale. Queste metodiche sono definite bilaminari. Vi possono essere situazioni in cui prima si procede con l’ispessimento gengivale ed in un secondo momento allo spostamento. In questi casi si parla di innesto gengivale spostato coronalmente.
6) Terapia Parodontale di Mantenimento (TPM)
Il mantenimento è essenziale per prevenire recidive. La Terapia Parodontale di Mantenimento (TPM) offre controlli regolari e pulizie professionali per mantenere la salute delle tue gengive nel tempo. La prevenzione è la chiave per un sorriso sano e duraturo.
Cosa è la terapia parodontale di mantenimento?
La Terapia di Mantenimento è la fase più importante che garantisce il successo della salute gengivale. Lo sapevi che basta un investimento di poche ore per ottenere dei risultati a lungo termine? La terapia di mantenimento si adatta a tutti i pazienti e alle varie situazioni cliniche.
- Nel soggetto sano si svolge la prevenzione primaria. Si attuano delle misure semplici. Vengono condivise col paziente per impedire l’insorgenza della patologia.
- Nel soggetto con una malattia ancora superficiale si attua la prevenzione secondaria.
- In cosa consiste la prevenzione secondaria
diagnosi precoce - risoluzione del problema
- mantenimento dello stato di salute ripristinato
Nel soggetto che ha avuto la malattia parodontale più avanzata si attua la prevenzione terziaria. Questa si effettua nel paziente risanato con lo scopo di mantenere il risultato e di evitare le recidive della malattia parodontale.
Come si fa la terapia di mantenimento?
La terapia di mantenimento si attua attraverso un’alleanza medico-paziente che prevede uno sforzo congiunto per raggiungere l’obiettivo. La chiave del successo è il controllo dei fattori di rischio:
- indice di placca
- indice di sanguinamento
- controllo dei parametri parodontali
- comportamenti corretti (fumo, stile di vita, alimentazione, controllo della salute generale)
Il professionista deve personalizzare la terapia di mantenimento indicando una periodicità delle sedute ambulatoriali di norma dai 3 ai 6 mesi. Oltre alle sedute di terapia di mantenimento, il paziente sarà informato di volta in volta su quello che deve fare e come lo deve fare.